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L'Omo ar Bozo

Una storia di ieri per una verità di sempre!

(prefazione al libro l’Omo ar Bozo , edito dal Comune di Ameglia, di Roberto Pazzi)

omo 1 20130918 2064453027L'Omo ar bozzo... Ecco il Carnevale. Era durante la momentanea impunità di questa festa che la gente di Ameglia collocava da secoli l’allegoria dell’omo ar bozo, così volutamente provocatoria dell’autorità. Da sempre il popolo approfitta dei lazzi e della comicità, della beffa e della satira, per appuntare il dito sulle nefandezze del potere... C’è stata un’ingiustizia perpetrata con un assassinio dal potere , rappresentato da un Signore feudale di Ameglia.. Omo ar bozzo La coscienza popolare non dimentica l’offesa ed organizza, durante le feste di carnevale, uno scherzo allegorico della tragica vicenda. Un uomo , il primo straniero che entrasse nel territorio durante le feste del carnevale, veniva catturato, legato e doveva ascoltare tutta una serie di sentenze e poi accettare di essere gettato nel “bozo”( un laghetto costruito per alimentare i mulini). Le sentenze erano una sottile parodia delle ingiustizie perpetrate dal feudatario – il malcapitato veniva processato per “aver istigato a ben fare” e per i suoi morigerati costumi e via dicendo, con pungente ironia . I secoli passano ma nella memoria collettiva di Ameglia la tradizione celebrativa di quell’antica ingiustizia non si spegne e il complesso dei riti e sentenze arriva fino al novecento, fino ai giorni nostri, nel 1977 soprattutto in seguito al contributo di Walter Tacchini che reduce da esperienze di animazione in Francia, aveva curato le maschere della riedizione dell’omo ar bozo dopo anni d’oblio.

Punta Corvo

Punta Corvo è sicuramente uno dei luoghi la cui bellezza selvaggia e a tinte forti lascia il visitatore senza parole e affascinato. Si raggiunge da Montemarcello seguendo la stradina a lato della sede del punto Informazioni del Parco di Montemarcello-Magra. Durante il breve percorso, in lontananza, si vedono le isole del Golfo di La Spezia: Tino, Tinetto e Palmaria ed il promontorio del golfo. Il crinale di Punta CorvoQuando si giunge sul punto estremo, dall’alto dei 260 mt s.l.m., si può ammirare la costa che scende quasi a picco e che si adagia laggiù sulla spiaggia, detta appunto di Punta Corvo, prima di giungere al mare.
Lo scenario che si abbraccia con lo sguardo è tanto ampio che si avverte la curvatura dell’orizzonte; i colori che ci circondano sono molti intensi: il blu del mare, dovuto al fondale già alto a poca distanza dalla riva contrasta con la vegetazione e con la spiaggia dalla sabbia di minuscoli sassolini dal colore grigio scuro.
Il monte è ricoperto di pini di Aleppo che, verso il mare, lasciano spazio alla macchia mediterranea: cespugli di cisto dai fiori bianchi e rosa, timo e lentisco, ginestre gialle, finocchio marino crescono sulle frane naturali che scendono verso la riva.
La spiaggia di Punta Corvo è la piu’ estesa tra quelle che si sono formate nelle insenature della costa che va verso Tellaro, sicuramente è la più bella visto che è stata inserita nell’elenco delle 11 spiagge più belle d’Italia. Un premio conferito da Legambiente in una cerimonia tenutasi nell’estate del 2003.
Per chi vuole raggiungere la spiaggia esistono due possibilità: a piedi, sconsigliata a chi non è un grande camminatore, in quanto si deve percorrere una scalinata di 700 gradini (la risalita e’ molto faticosa) o in barca con il servizio in funzione in primavera ed estate con partenze da Bocca di Magra e Fiumaretta. A Bocca di Magra l'attracco è davanti ai giardini di Largo Vittorini, invece a  Fiumaretta l'attracco è sul lungo fiume. Il trasporto in barca, della durata di circa quindici minuti, permette di ammirare la costa che dalla foce del Magra porta alla spiaggia.
Gli "Spiaggioni"Lasciata la foce del Magra, passando accanto allo stabilimento balneare Debiross,si ammira sulla costa del monte, immerso nello spendido parco secolare ( vi sono cedri del Libano di notevoli dimensioni), il Monastero di Santa Croce del Corvo, che conserva nell'antica cappella un crocifisso ligneo del 1100. Si racconta che vi soggiornò Dante durante l'esilio.  Durante la navigazione si sfiora lo scoglio detto "Rocca Grossa" e "La Tana del Serpente", un anfratto creato dal mare, dove si narra vivesse un temibile serpente marino. Poi si arriva a punta Bianca, con i suoi scogli bianchi e la spiaggia che porta lo stesso nome, qui la costa diventa sempre più franosa e selvaggia, da lì a poco si giunge alla spiaggia di Punta Corvo.
Si notano movimenti franosi sulla costa piuttosto importanti, che non comportano problemi per i visitatori. Esiste una sorgente di acqua dolce che, comunque solo per precauzione, si sconsiglia di bere. Il mare è molto limpido e quando non vi è moto ondoso si può vedere il fondo. La discesa e la risalita sul barcone è agevole. Durante l'estate funziona il servizio di soccorso per i bagnanti.

Come raggiungere Ameglia

mappa delle vie di comunicazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In automobile
Ameglia è comodamente raggiungibile utilizzando le uscite autostradali di S. Stefano Magra, di Sarzana o di Carrara dell'autostrada A 12 Genova-Livorno (collegata con la A 15 Parma-La Spezia). Proseguendo verso il mare con la S.S. nº 432 si raggiungono: Ameglia, Montemarcello, Bocca di Magra e Fiumaretta.

In treno
Le stazioni ferroviarie più vicine sono a Sarzana e Carrara, oppure quelle di Arcola e Luni, dove però i treni fermano raramente (linea Genova-Pisa). Invece, provenendo da Parma, si può usufruire della stazione di S. Stefano Magra; in entrambi i casi, per raggiungere le varie località, sono disponibili anche i mezzi pubblici.

In aereo
Aeroporti di Pisa e Genova.

Montemarcello

Panorama di MontemarcelloSituato sulla cima del promontorio del Caprione Montemarcello domina dall'alto sia il Golfo di La Spezia che la Val di Magra. Secondo la tradizione sembra che il nome risalga all'epoca romana, ricordando la vittoria riportata sui Liguri dal console Marco Claudio Marcello nel 155 a.C.. L'influenza romana è ben visibile nella struttura urbanistica del paese con le sue vie che tagliano a angolo retto a ricordare un accampamento militare ("castrum") dell'epoca, caratteristica unica tra i paesi della vallata. Nel 1286 il vescovo di Luni Enrico da Fucecchio fece erigere delle fortificazioni sul promontorio, tra cui la torre circolare posta all'entrata nord del paese. Ma la nascita del borgo va riferita al 1474 anno in cui Montemarcello si costituì in parrocchia. Le mura, di cui oggi restano solo alcuni tratti, ma il cui tracciato è ancora facilmente percepibile, furono costruite nel 1485.
All'estremità occidentale del paese vi è la parrocchia di S. Pietro, la cui costruzione risale al 1474, ma che fu profondamente ristrutturata nel XVII secolo, secondo i canoni dello stile barocco. La piccola cappella posta sulla sinistra costituisce la parte originaria dell'edificio. Al suo interno sono conservate alcune opere di pregevole valore artistico, quali un ancona marmorea del 1529 raffigurante Gesù Cristo, S. Sebastiano e S. Rocco, attribuita a Domenico Gar, e un trittico quattrocentesco, che raffigura la Vergine del Rosario fra S. Pietro e S. Giovanni, attribuito al c.d. Maestro di Borsigliana (attivo nella vicina Garfagnana).La Palmaria e Portovenere viste da Montemarcello
Montemarcello con le sue caratteristiche strette vie e case ben conservate è diventato meta di giornalisti e scrittori. Dal 1985 è al centro del Parco Regionale Montemarcello Magra; in particolare è vistabile il vicino Orto Botanico, che permette di scoprire, attraverso dei percorsi guidati, la flora e la fauna del Parco e di godere di un magnifico panorma sulla Val di Magra e sulle Alpi Apuane.
Lungo la strada per Montemarcello merita una sosta il convento dei Carmelitani scalzi, fondato nel 1176 come monastero del Corvo. L'attuale complesso residenziale è costituito da un imponente edificio neogotico della fine dell'ottocento. Dell'antico monastero si conservano i muri perimetrali della chiesa, realizzati in cotto e il vano absidale trasformato poi in cappella. Al suo interno è conservato il famoso crocifisso ligneo romanico chiamato anche Cristo Nero. Di notevoli dimensioni, esso si rifà alla tipologia del Volto Santo di Lucca, e si può elencare tra i più importanti del suo genere in Italia e in Europa. Secondo la tradizione, che trae origine dalla c.d. "epistola di frate Ilario" (conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze) il sommo poeta Dante Alighieri avrebbe sostato nell'antico monastero, affidando al frate alcune cantiche della Divina Commedia.